L’EXPORT TRAINA LE TECNOLOGIE ITALIANE PER IL FOOD

Le tecnologie italiane per il food&beverage hanno confermato il loro primato internazionale, essendo risultate anche nella prima metà del 2022 le più esportate nel mondo, davanti alla Germania. E segnano un ulteriore trend di crescita rispetto allo stesso periodo del 2021: +7,8%, per un valore complessivo di 1.722 milioni di euro. Sono numeri importanti quelli snocciolati dall’Osservatorio Machinery Nomisma riguardo il settore delle macchine e attrezzature per l’industria alimentare. Se è vero che la tecnologia italiana per il food non ha bisogno di consacrazioni, poiché storicamente riconosciuta come il modello da seguire per il livello di meccanica, prestazioni e servizio, il quadro che emerge inietta comunque po’ di fiducia in un periodo pieno di emergenze, che ora sfogano a livello economico nella febbre dell’inflazione, un periodo in cui la filiera alimentare continua a soffrire.

Le esportazioni non hanno smesso in ogni caso di sostenere la produzione di tecnologia made in Italy per il processo e il confezionamento alimentare. Un comparto che ha compiuto passi avanti anche sul fronte della digitalizzazione. Una ricerca dell’Osservatorio Smart Agrifood, svolta su 135 imprese della trasformazione alimentare, disegna un settore aperto alla sperimentazione di soluzioni 4.0, sebbene in un contesto tecnologico ancora piuttosto basico: l’87% ha implementato almeno una tecnologia digitale, soprattutto software di gestione dei fornitori e del magazzino o dispositivi portatili. Un recente convegno a Parma ha toccato inoltre una questione forse ancora più dirimente in questa fase, ovvero le politiche europee su globalizzazione e transizione ecologica, due fenomeni che il dibattito ha cercato di mettere in sinergia e non in contrapposizione. Ci vorrà tempo per capire se possono davvero stare insieme. E lo si capirà a partire quasi certamente proprio dal settore alimentare, chiamato a sfide senza precedenti, come la demografia esplosiva del pianeta, l’approvvigionamento di materie prime, i cambiamenti climatici. Un orizzonte problematico su cui l’agroalimentare europeo e in primis quello italiano vogliono essere, come ha dichiarato il parlamentare europeo ed ex ministro Paolo De Castro, una parte attiva della soluzione.

Di Alessandro Bignami

Tecnologie Alimentari, Interprogetti Editori

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