Lo scarto da pulper: cos’è e come trattarlo

Il riciclaggio della carta è un processo fondamentale per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi che comporta, vi sono delle difficoltà legate alla gestione dei materiali di scarto, come ad esempio il trattamento dello scarto da pulper.

 

In questo contesto, l’installazione di impianti di riciclaggio specifici per il recupero dello scarto da pulper può rappresentare un’opportunità per le aziende che desiderano adottare pratiche sostenibili e ridurre i costi legati alla produzione di carta.

Che cos’è lo scarto da pulper 

Il pulper è uno dei principali rifiuti generati dall’industria cartaria e più specificatamente dall’industria del riciclo della carta. Si tratta di una miscela che si crea come conseguenza del processo di spappolamento del materiale cartaceo. Quando la carta viene inviata all’impianto di riciclaggio, infatti, contiene sempre una certa quantità di impurità e componenti non-cellulosiche.

Queste impurità non entrano nel circolo del riciclo della carta ma vanno a costituire una miscela composta da materiali diversi che va smaltita separatamente. Normalmente lo scarto da pulper viene raccolto e inviato in discarica, ma è possibile sottoporlo a particolari trattamenti di recupero che consentono di separare alcuni dei materiali presenti al suo interno. Questo garantisce un doppio vantaggio

  • Si diminuisce la quantità di scarto da inviare in discarica;
  • Si recuperano materiali ancora utilizzabili, valorizzandoli.

La composizione dello scarto da pulper

Lo scarto da pulper viene generato dalle cartiere nel momento in cui spappolano la carta da riciclare. Si potrebbe quindi presupporre che questo scarto sia dovuto all’inefficienza del processo produttivo e che la sua generazione, per qualità e quantità, possa dipendere dalle capacità tecnologiche e gestionali delle imprese cartarie.

 

In realtà la produzione dello scarto da pulper è inevitabile, in quanto deriva dalla raccolta e selezione della carta da riciclare che contiene al suo interno anche alcune parti non cellulosiche. Lo scarto da pulper è infatti un composto costituito da tutti quei materiali che non sono riciclabili nel processo produttivo cartario per la produzione di nuova carta.

 

In particolare si tratta di plastiche, oggetti o parti in metallo, vetro, sabbia, e anche alcune tipologie di carte che non sono spappolabili, oltre alle fibre di cellulosa che rimangono adese ai materiali sopra indicati. Lo scarto complessivo rappresenta comunque meno di un decimo del rifiuto evitato grazie al riciclo. 

Come si ottiene lo scarto da pulper?

Lo scarto da pulper viene generato a seguito dell’immissione della carta da riciclare in un dispositivo denominato “pulper” o “spappolatore” che attraverso l’azione meccanica di pale in rotazione e la presenza di acqua porta in sospensione le fibre di cellulosa.

 

Nel pulper entra quindi la carta da riciclare e l’acqua ed esce l’impasto fibroso, che viene poi avviato alla macchina continua per la produzione di nuova carta. L’azione meccanica consente, oltre alla separazione delle fibre tra esse, anche la separazione delle fibre dai materiali impropri che rappresentano proprio lo scarto da pulper.

 

La successiva separazione tra impasto fibroso (liquido con fibre in sospensione) e scarto (allo stato solido) avviene sempre per via meccanica, tipicamente per forza di gravità, forza centrifuga e per la presenza di griglie. I punti di fuoriuscita dello scarto e i dispositivi meccanici possono essere più di uno, con collocazione e forma differente. Si tratta comunque di un unico scarto che ha avuto origine da un’unica lavorazione. 

L’utilizzo dello scarto da pulper 

Come già accennato, le uniche destinazioni ad oggi disponibili per lo scarto da pulper sono la discarica, sia a copertura che come oggetto dello smaltimento, e il recupero energetico tramite combustione in impianti di termovalorizzazione. Forme alternative di recupero sono state sperimentate e alcuni progetti di studio sono tuttora in corso.

 

Indubbiamente il recupero energetico è la soluzione migliore per gestire in maniera ambientalmente ed economicamente sostenibile il riciclo degli scarti da pulper. Questa opzione preferenziale si scontra però sempre più spesso con l’impossibilità da parte delle imprese di installare questo tipo di impianti all’interno dei propri siti produttivi.

Soluzioni possibili per il trattamento dello scarto da pulper 

Tra i possibili processi di trattamento dello scarto da pulper spicca un impianto in grado di separare la sua frazione ferrosa da quella non ferrosa. Attraverso tale impianto, il materiale viene triturato e poi separato più volte mediante un separatore magnetico. La frazione ferrosa viene raccolta, mentre quella non ferrosa viene filtrata e inviata a un filtro di abbattimento polveri.

Questo processo consente di separare efficacemente la frazione ferrosa del pulper da quella non ferrosa, semplificando lo smaltimento del materiale e permettendo di valorizzare al massimo lo scarto. La tecnologia di separazione brevettata, infatti, è estremamente efficiente, tanto che il materiale recuperato permette di rientrare in breve tempo dall’investimento sostenuto per acquistare e mettere in funzione l’impianto.

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il tuo

biglietto

gratuito

del valore di € 30,-